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MAMOIADA

16/17 gennaio 2013 San’Antoni de su o’u in MAMUJADA – Sa prima essida

I FUOCHI DEI MAMUTHONES E ISSOHADORES

Il 16 gennaio viene acceso il fuoco benedetto all’esterno della chiesa parrocchiale e i fedeli ci girano intorno recitando il Credo per 3 volte.
Secondo la tradizione ogni rione deve accendere il suo fuoco con un tizzone preso da quello principale acceso davanti alla chiesa.
Per tutta la notte e per i due giorni successivi, il paese si raccoglie intorno ai fuochi. Vengono offerti dolci e vino.
E’ nel pomeriggio del giorno 17 che compaiono per la prima volta nell’anno, i “Mamuthones” e gli “Issohadores”, le maschere tipiche e arcaiche mamoiadine: il suono cupo dei campanacci, le maschere bianche e nere, le pelli selvagge di pecora,la fune sacra che cattura le giovani donne,il capo issohadore impartisce il tragico passo cadenzato. Danzano intorno ai fuochi e un’atmosfera misteriosa avvolge Mamoiada.

ISSOHADORES E MAMUTHONES DI MAMOIADA SONO LE MASCHERE PIU’ ANTICHE E SUGGESTIVE DELLA SARDEGNA (UNICHE AL MONDO) La storia della Pro Loco di Mamoiada.
Dalle testimonianze ci risulta che muove i primi passi nel 1953. I responsabili erano Dottor Piero Careddu, Giannino Massetti e i professori Giannetto Meloni, Arturo Lai e tanti altrii. Era stato dottor Careddu ad avere l’idea di formare la pro loco a Mamoiada, in quel periodo era medico condotto nel nostro paese ed era fidanzato
con la figlia del sindaco don Nino Angioi. Pare abbiano stipulato un contratto per poter utilizzare il salone comunale che si trova sotto l’attuale museo, che ancora oggi svolge la funzione di sala da ballo, gli diedero il nome di Grotta azzurra. Tutto il paese diede una mano per sistemare ed adeguare il salone alle varie mansioni ricreative e sportive. Era sicuramente un gruppo molto attivo, in quanto oltre a mandare avanti le tradizioni dei mamuthones e issohadores, gruppo ballo e ‘ussertu, svolgevano attività sportive: boxe, ciclismo e calcio, inoltre in quel periodo vennero introdotti i balli “a sa civile” (ballo liscio). Nel 1955 il gruppo dei Mamuthones e Issohadores si esibì per la prima volta alla Cavalcata Sarda, e da quell’anno non sono mai mancati all’appuntamento. Nel ‘58 andarono a Cagliari e a Milano. Nel 1972 nasce l’attuale Pro Loco, col presidente Raffaele Moro e vice Costantino Atzeni.
In quell’anno si organizzò in piazza la prima grande favata accompagnata da un buon vino, offerti a tutti i presenti. I soldi che venivano guadagnati nelle trasferte dal gruppo, venivano versati tutti nel fondo cassa dell’associazione, e successivamente tra il ‘75-‘76 venivano acquistati i primi campanacci, mastrucche, maschere ecc. Nel 1980 venne stipulato l’atto notarile e l’associazione riconosciuta legalmente a tutti gli effetti. In quel periodo si lavorava tantissimo in ambito socio-culturale organizzando e promuovendo tantissime manifestazioni: Carnevale, S. Antonio, sagre, feste ecc. Nella metà degli anni ’80, in occasione delle feste di S. Antonio e del carnevale, promuove il primo museo temporaneo della Maschera, e propone al comune di adoperarsi per domandare i contributi e costituirlo in forma permanente: cosa che si avvererà nei primi anni del 2000 nascendo così il museo delle Maschere del Mediterraneo, gestito alla grande dalla cooperativa Viseras, e sempre in crescita, diventato punto di grande attrazione turistica per tutto il territorio. Nel frattempo, il gruppo acquisisce sempre più notorietà, e viene chiamato molto spesso per esibirsi in molte zone della Sardegna, dell’Italia, all’estero e in tante trasmissioni televisive. Nel 1990 acquista il primo pullman proprio per fronteggiare alle tantissime trasferte.
Nei primi anni del 2000 con grande sacrificio del gruppo dei Mamuthones e Issohadores (e non solo), l’Associazione acquista in comproprietà al 50% col comune, la casa dei nobili Meloni, che successivamente verrà ristrutturata grazie al volontariato dei soci, ed ora divenuta sede ufficiale della Pro Loco, mentre nella parte di proprietà del comune è nato il museo dei Costumi e Tradizioni. Naturalmente il merito va a tutta la comunità di Mamoiada che ha sempre sostenuto positivamente l’associazione, che con grande orgoglio oggi è tra le più attive d’Italia. Attualmente oltre al gruppo degli adulti, fanno parte dell’associazione i piccoli mamuthones e issohadores, il gruppo di ballo, e sù ‘ussertu.
Paesi visitati dal gruppo Mamuthones e Issohadores: Bulgaria, Inghilterra, Irlanda, Irlanda del nord, Croazia, Slovenia, Grecia, Austria, Germania, Francia, Cuba, Cina.
Issohadores e mamuthones –LA STORIA-
I Mamojadini , li hanno sempre conosciuti, anche i nati nel 1800, non c’è stata mai interruzione del rito, salvo nel periodo della guerra. Tra gli anni ‘20-‘40 i promotori pare fossero Don Raimondo Meloni, e Tziu Francesco Gregu, meglio conosciuto come l’amico di Peron, che in occasione della visita del re Vittorio Emanuele venne presentato come il mamuthone più grande di Mamoiada, da sottolineare il fatto che nella metà degli anni ‘60 e ormai 75 enne faceva ancora parte del gruppo. Per tanti anni la vestizione si svolgeva nel cortile del nobile Meloni. Successivamente il compito organizzativo lo prese tziu Costantino Atzeni ,tziu Peppino Meloni “Gabuda” ecc…Tiziu Atzeni ci teneva molto alla nostra tradizione, basti pensare che anche lui a 70 anni si vestiva ancora da mamuthone, e per paura di perderla iniziò ad inserire i bambini assieme agli adulti, cosa che diede i suoi frutti visto che oggi siamo ancora in tanti a godere del suo insegnamento e portare avanti una tradizione unica al mondo, orgoglio dell’intera Sardegna.
IL RITO
Fino alla metà degli anni ‘70 il rito iniziava qualche giorno prima della manifestazione vera e propria, in quanto i pastori erano soliti andare in campagna per reperire gran parte dell’occorrente per la vestizione, veniva radunato il bestiame nel recinto e spogliato dei campanacci, dopo di che si ritornava in paese e questi venivano sistemati nelle apposite cinghie, il mamuthone o l’issohadore che non possedeva l’occorrente , lo chiedeva in prestito ad amici e conoscenti, pezzo qui pezzo lì, fino a comporre il costume completo. Guardando i vecchi filmati si nota chiaramente la differenza rispetto ad oggi, molti mamuthones non avevano la mastrucca, la maschera ecc.. rivoltavano la giacca al contrario per non rovinarsela, visto che avevano solo quella, l’issohadore doveva essere bello ed elegante e tutto quello che trovava di appariscente si metteva, la maschera veniva sostituita da un pezzo di tela, “su curittu” da un maglione rosso, “sa berritta” da un cappellino ecc… Oggi la situazione economica è sicuramente diversa, ogni singolo individuo possiede il suo costume personale, per quanto riguarda i campanacci, le funi, le maschere ecc… l’ associazione possiede tutto l’occorrente, e qualora un Mamojadino decida di voler far parte del gruppo, è sempre il bene accetto, e non avrebbe nessun problema a reperire il costume.
LA VESTIZIONE
Una volta la vestizione avveniva in modo celato, solitamente si svolgeva all’interno di un cortile privato e vi poteva accedere solo qualche amico che dava una mano, dopodiché si facevano le prove fino a quando non si riusciva ad eseguire la danza in modo uniforme. Nel momento in cui uscivano dal cortile, gli uomini dovevano essere tutti mascherati e nessuno doveva sapere chi fossero, durante la sfilata invece si scoprivano il volto. Oggi non c’è più bisogno di fare le prove, in quanto siamo abbastanza preparati, visto che ogni anno si fanno anche trenta esibizioni.
Da un po’ di tempo la pro loco per esaudire le richieste dei turisti, ha deciso di fare assistere tutti i presenti. La vestizione del mamuthone, solitamente va eseguita da due issohadores, e devono avere una notevole competenza, diversamente si potrebbe compromettere la sfilata. Ultimata la vestizione, il capo issohadore attribuisce le posizioni da tenere a ciascuno: i mamuthones vengono disposti in due file parallele e debbono obbedire e danzare quando gli viene ordinato dal capo issohadore (come un grande sacerdote di epoca nuragica) e non dovrebbero avere contatti con nessuno durante la sfilata (cosa che ormai non avviene più); gli issohadores una volta presa la propria posizione davanti e dietro al gruppo, si possono muovere liberamente e hanno il compito di scortare i mamuthones, allo stesso tempo col laccio catturano le giovani donne in segno di buon auspicio per una buona salute e fertilità. Un tempo si catturavano i grandi proprietari terrieri per augurargli una buona annata agraria: questi per sdebitarsi dell’onore ricevuto, invitavano l’intero gruppo a casa loro e gli offrivano vino e dolci. Oggi, non essendoci (per fortuna…) più i ricchi proprietari, si rivolge l’attenzione sulle autorità come il sindaco, il comandante dell’arma ecc., o verso l’amico in segno di affetto; un po’ di anni fa, erano stati presi al lazzo anche gli allora presidenti della Repubblica Sandro Pertini e Francesco Cossiga, mentre il presidente della Reg. Sardegna Federico Palomba venne catturato durante il carnevale di Venezia.
IL SIGNIFICATO
Essendo una tradizione antichissima, nessuno è in grado di sapere con certezza quale fosse il significato di questo rito; il primo a scrivere sull’argomento è stato lo studioso Raffaello Marchi, che descrisse questa cerimonia come una vittoria dei mamojadini issohadores contro i mamuthones saraceni mori invasori. Oggi le ipotesi sono tantissime: il bene e il male, i vincitori e i vinti, l’inverno e la primavera, il ricco e il povero, la tristezza e l’allegria, il giovane sano e forte e il vecchio stanco e malato, o magari erano tutte queste cose insieme…???
Da sottolineare è il fatto che fino agli anni ’50-’60, i mamuthones erano prevalentemente anziani, mentre gli issohadores giovanissimi, oggi si è quasi ribaltata la situazione e capita spesso di vedere mamuthones giovanissimi, assieme a issohadores già anzianotti. Ciascun indumento non ha un significato specifico, col tempo hanno subito sicuramente tanti cambiamenti ed evoluzioni, ma bisogna rivolgere l’attenzione a tutto l’insieme del rito (vestizione, sfilata ecc.) che è rimasto invariato nei secoli.

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