TRIBUTO A JAMES TAYLOR – SETTEVIZI – MERCOLEDI 30 MAGGIO Reviewed by admin on . Mercoledi 30 Maggio: ai SetteVizi, Max Tosi presentera un tribute a James Taylor. Max  Tosi, cremonese di origine, milanese per molto tempo ma sardo d'adozione  Mercoledi 30 Maggio: ai SetteVizi, Max Tosi presentera un tribute a James Taylor. Max  Tosi, cremonese di origine, milanese per molto tempo ma sardo d'adozione  Rating:

TRIBUTO A JAMES TAYLOR – SETTEVIZI – MERCOLEDI 30 MAGGIO

Mercoledi 30 Maggio: ai SetteVizi, Max Tosi presentera un tribute a James Taylor. Max  Tosi, cremonese di origine, milanese per molto tempo ma sardo d’adozione  (dopo undici anni di residenza a Sassari), sembra appena uscito dalle  porte del Troubadour, sottobraccio i nastri del suo live-act, in  qualche tiepida sera mid-seventiees. Let Me Ride infatti, anche se  disco di studio, ha il calore e la spontaneità di un confidenziale set  acustico registrato presa diretta in un piccolo club. Emozioni  impagabili per chi è cresciuto a pane e Mud Slide Slim o per coloro che  per decenni hanno sognato di viaggiare sotto il sole californiano verso  San Buenaventura, sulla Fwy 101. Passione sincera, amore per la  ballad, cura artigiana e strumentazione sobria, con lievi interventi di  archi e ottoni. Dieci composizioni originali, dieci istantanee dalle  sfumature soffuse che -pregi e difetti- paiono immagini colte da una  vecchia Polaroid. Nessun bluff, solo il fragile, ineffabile fascino  delle sensazioni quotidiane, storie minime raccontate con il garbo di un  segno a volte quasi naive. La canzone d’apertura “I have to make  the time” è, in buona sostanza, una sintesi esemplare del discorso  musicale di Max Tosi. Palpabile intensità emotiva stemperata nel tipico  mood del songwriting californiano anni ’70 di scuola tayloriana, senza  tuttavia penalizzare una riconoscibile impronta personale. Si susseguono  così “Give me the way”,”I’ve been waitin’ for a long time” e la title  track “Let me ride” dove discreti interventi strumentali e delicati  arrangiamenti d’archi accentuano la componente melodica. Particolarmente  convincente l’utilizzo del Fender Rhodes nelle armonizzazioni, con gli  accordi appoggiati sulla linea melodica secondo la splendida tradizione  dei vari Craig Doerge, Clarence McDonald, Steven Goldstein. Davvero  gradevoli anche “Let me down on you”, “Freedom land” e “Late in the  night” che sottolineano ancora la vena intimista -anche se mai  marcatamente introversa- del lavoro. Una nota particolare per “Someone  has come” (inclusa come bonus track), ballad piano-voce di delicata  fattura interpretata dalla vocalist Barbara Sanna, che conferma la  grande sensibilità dell’autore. Stia alla larga chi è alla ricerca  di effetti speciali, incisioni epicuree o turnisti stile GRP;  da queste  parti il menu offre ritagli ingialliti, sensazioni perdute e qualche  frutto dal sapore forse un po’ acerbo ma, assolutamente naturale.  (Franco Fusilli)

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