SALDI INVERNALI IN SARDEGNA – SI PARTE SABATO 4 GENNAIO 2020 Reviewed by admin on . Cominciano dal primo sabato, il 4 gennaio gennaio i saldi invernali 2020 in Sardegna. Due giorni prima della Befana. Insomma se dopo il Black Friday e i regali Cominciano dal primo sabato, il 4 gennaio gennaio i saldi invernali 2020 in Sardegna. Due giorni prima della Befana. Insomma se dopo il Black Friday e i regali Rating: 0

SALDI INVERNALI IN SARDEGNA – SI PARTE SABATO 4 GENNAIO 2020

partono-i-saldi-in-ItaliaCominciano dal primo sabato, il 4 gennaio gennaio i saldi invernali 2020 in Sardegna. Due giorni prima della Befana. Insomma se dopo il Black Friday e i regali di Natale vi è rimasto qualcosa in tasca allora i saldi di fine stagione sono un’ottima occasione, con sconti dal 30% al 70%

I negozi saranno aperti anche il giorno della Befana.

Contestualmente, nei 40 giorni antecedenti la data di inizio dei saldi, sono vietate le vendite promozionali e le vendite di liquidazione per il settore non alimentare. I saldi in Sardegna termineranno 60 giorni dopo.

100 euro di spesa per ogni sardo:

Secondo le stime diffuse dall’ “Ufficio Studi di Confcommercio Sardegna” i sardi spenderanno quanto l’anno scorso: 100 euro circa a testa e 235 euro a famiglia per abbigliamento, calzature e accessori. La quasi metà dei sardi spenderà tra i 50 e i 100 euro, il 10-14% tra i 101 e i 200 euro, mentre solo il 5% dei nostri corregionali si spingerà oltre i 200 euro. Si tratta di cifre in linea con quelle dello scorso anno ma decisamente inferiori alle medie stimate a livello nazionale.

l’Ufficio studi di Confcommercio: poco più di 100 euro a testa e circa 235 euro a famiglia per abbigliamento, calzature e accessori. Quasi la metà dei sardi dovrebbe spendere tra i 50 e i 100 euro, solo una percentuale intorno al 10-14% riuscirà a toccare i 200, dato che scende al 5% per somme superiori.

Salvi e vendite promozionali anticipate, le polemiche:

Anche quest’anno si preannuncia la solita guerra tra commercianti più ligi e alle regole e quelli più aggressivi, c’è infatti da attendersi la solita ridda di sconti e saldi mascherati in periodo non consentito. Una pratica questa tanto diffusa quanto contraria alla legge, il problema è che online il fenomeno non è gestibile, anche perché si può comprare sulle grandi catene di vendita internazionali, dove le offerte durano tutto l’anno e sono sempre più capaci di attrarre l’attenzione dei consumatori, sempre più preoccupati da un potere d’acquisto che tende a ridursi anno dopo anno.

Saldi, come non farsi imbrogliare, tutto ciò che devi sapere:

Le 15 regole d’oro dei saldi, come evitare truffe e fregature!

Saldi, diritti e doveri. Ecco le 5 regole della Confcommercio:

  1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
  2. Prova dei capi: Consentire la prova dei capi non è un obbligo, la decisione spetta al negoziante. Quando è possibile Confcommercio consiglia sempre di provare l’articolo scelto, ricordando che, in assenza di difetti, la possibilità di cambiare il capo o il prodotto non è imposta dalla legge, né durante i saldi né durante le vendite normali, ma è anch’essa rimessa alla discrezionalità del commerciante. Se si è incerti sull’acquisto sarà utile chiedere al negoziante se è possibile effettuare un cambio e il limite di tempo per farlo. Se volete che vi dica la mia diffidate di chi non vi permette di provare un capo d’abbigliamento.
  3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione.
  4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
  5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale. Questo è il punto più importante, si consiglia di diffidare dei negozi nei quali sia indicato soltanto il prezzo a saldo senza l’indicazione del prezzo di partenza e dello sconto effettuato sull’articolo.

Saldi, come far valere i propri diritti. I 10 consigli del Codacons:

  1. Conservate sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad esempio perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). Avete due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.
  2. Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce «Saldo» deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. State alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. E’ improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori.
  3. Girate: Nei giorni che precedono i saldi andate nei negozi a cercare quello che vi interessa, segnandovi il prezzo; potrete così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andrete a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermatevi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontate i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. Eviterete di mangiarvi le mani. A volte basta qualche giro in più per evitare l’acquisto sbagliato o per trovare prezzi più bassi.
  4. Consigli per gli acquisti: Cercate di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: sarete meno influenzabili dal negoziante e correrete meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non avevate alcun bisogno e che non userete mai. Valutate la bontà dell’articolo guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche). Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidate dei marchi molto simili a quelli noti.
  5. Diffidate degli sconti superiori al 50%: Spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto). Un commerciante, salvo nell’Alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto.
  6. Servitevi preferibilmente nei negozi di fiducia: O perlomeno acquistate merce della quale conoscete già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
  7. Negozi e vetrine: Non acquistate nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. Controllate che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla «nuova». Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.
  8. Prova dei capi: non c’è l’obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.
  9. Pagamenti: Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.
  10. Fregature: Se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi al Codacons, oppure chiamate i vigili urbani.

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