SA CARRELA ‘E NANTI – SANTU LUSSURGIU – 4-11-12-13 FEBBRAIO 2018 Reviewed by admin on . SA CARRELA 'E NANTI 4,11,12 e 13 febbraio 2018: il Carnevale a Santu Lussurgiu A Santu Lussurgiu si tiene un carnevale equestre caratterizzato da una corsa a pa SA CARRELA 'E NANTI 4,11,12 e 13 febbraio 2018: il Carnevale a Santu Lussurgiu A Santu Lussurgiu si tiene un carnevale equestre caratterizzato da una corsa a pa Rating: 0

SA CARRELA ‘E NANTI – SANTU LUSSURGIU – 4-11-12-13 FEBBRAIO 2018

SACARRELAENANTISA CARRELA ‘E NANTI

4,11,12 e 13 febbraio 2018: il Carnevale a Santu Lussurgiu

A Santu Lussurgiu si tiene un carnevale equestre caratterizzato da una corsa a pariglia di cavalli, tra le più spericolate dell’isola, detta “Sa Carrela ‘e Nanti” (la strada di fronte).

Le tradizioni equestri, come “Sa Carrela ‘e Nanti”, sono molto antiche, risalgono ai secoli scorsi quando, i Giudici di Arborea prima e i viceré spagnoli dopo, avevano impiantato e favorito l’allevamento dei cavalli, tanto da ottenere razze speciali per le corse. Un riferimento certo si rinviene nel “Dizionario geografico storico statistico commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna” di Goffredo Casalis e Vittorio Angius (Torino, 1833-1856) che parla de “sa carrela” a partire dal 1840.

Nelle corse a pariglia, che attualmente si svolgono per il carnevale a Santu Lussurgiu, i cavalieri devono essere dei veri acrobati così come impongono le regole di questo genere di manifestazione che ha origini nelle esercitazioni e nelle tradizioni delle cavallerie leggere.

Sa Carrela ‘e Nanti è la sintesi del carnevale di Santu Lussurgiu che ha come protagonisti i cavalieri, i cavalli e il pubblico. Anche la folla è parte integrante dell’evento creando un particolare effetto: la folta massa si apre un attimo prima dell’arrivo dei cavalli in corsa per richiudersi subito dopo il loro passaggio.

Sa Carrela ‘e Nanti (l’attuale Via Roma) è una strada sterrata lunga circa 350 metri in discesa.

I cavalieri, rigorosamente lussurgesi, devono indossare, secondo la tradizione, una maschera o avere il volto dipinto.

La manifestazione si svolge in tre giornate. La domenica di carnevale, i cavalieri si presentano a s’iscappadorzu, il punto in cui ha inizio la corsa, e a “pareza” (pariglia) i cavalieri si lanciano a tutta velocità con l’obiettivo di scendere tutta la corsa “uniti”, con il braccio di uno sul braccio dell’altro, quasi a simboleggiare l’unità, la concordia, l’amicizia e la solidarietà.

Anticamente si scendeva anche a pariglie di tre e talvolta di quattro cavalieri.

Il lunedì, chiamato “Su Lunisi de sa pudda” (il lunedì della gallina), il cavaliere lanciato al galoppo deve buttare a terra con un bastone, chiamato “su fuste ‘e ortzastru”, un fantoccio che ha le sembianze di una gallina, che sostituisce dagli anni ’70 la gallina vera.

Il martedì termina lo spettacolo con la premiazione dei cavalieri che hanno buttato giù più galline, delle tre migliori pariglie e di tutti gli altri partecipanti.

Sa Carrela ‘e Nanti rappresenta un momento unico di riconoscimento autentico della comunità locale, è una occasione di scambio, di conoscenza reciproca, una occasione unica per avvicinare i visitatori alla storia della comunità e alla sua anima più profonda.

Sa Carrela ‘e Nanti esaudisce il desiderio di vivere un’esperienza autentica, racchiude in sé un fascino fortissimo e rappresenta il viaggio della fantasia, della leggerezza, della trasgressione.

 

Santu Lussurgiu è uno dei centri più importanti del Montiferru posto a una altezza di oltre 500 metri sul livello del mare. Il suo territorio è stato abitato sin dall’antichità e la posizione strategica del luogo (da una parte la montagna e dall’altra il mare piuttosto vicino) e la presenza abbondante dell’acqua (numerose sorgenti perenni) avrebbero favorito la formazione di insediamenti umani. Importanti testimonianze archeologiche attestano che il territorio di Santu Lussurgiu sia stato popolato fin dalla preistoria. A riprova di ciò vi sono ritrovamenti archeologici risalenti all’epoca prenuragica consistenti in domus de janas, tombe di giganti e nuraghi. Urne cinerarie e altri reperti sono invece segni evidenti di insediamenti punici e romani.

L’attuale centro è di origini medievali anche se non esistono datazioni certe riguardo la genesi dell’abitato. La prima fonte storica è una pergamena risalente al 1185 ritrovata intorno al 1600 all’interno della chiesa di Santa Croce (in origine dedicata a San Lussorio) attorno alla quale si è formato con un lento processo di urbanizzazione il primo nucleo abitativo dando origine a una conformazione urbanistica tipica degli antichi centri medievali con stradine strette e case a schiera. Il borgo mantiene ancora intatto il suo centro storico, uno dei meglio conservati dell’Isola, con l’acciottolato e le case in pietra finemente decorate e scolpite secondo lo stile gotico- catalano.

Santu Lussurgiu conta oggi poco più di 2400 abitanti e le attività di base della sua economia sono la pastorizia l’allevamento del bestiame, in particolare di bovini. Famosa è la razza sardo modicana di grande pregio da cui ha preso vita il marchio bue rosso. Con minore incisione anche l’agricoltura con la olivocoltura e la viticoltura. Negli ultimi decenni si sono sviluppate anche le attività industriali nei settori alimentari e lattiero-caseario. Il formaggio Su Casizolu (presidio Slow Food) è la punta di diamante delle produzioni lussurgesi, proveniente dalla lavorazione di latte bovino. La fama dell’artigianato lussurgese è conosciuta in tutta l’Isola per la maestria dei suoi artigiani, falegnami, intagliatori, fabbri, coltellinai sarti e calzolai. Altra produzione tipica di Santu Lussurgiu è il vino e l’acquavite.

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