PRESEPI DEL MONDO – SASSARI – 9-21 DICEMBRE 2019 Reviewed by admin on . I PRESEPI DEL MONDO. TUTTO CI UNISCE, NIENTE CI DIVIDE Lunedì 9 dicembre 2019, alle ore 17 (presso il Liceo Castelvì di Sassari, Viale Berlinguer 2 – fronte Gia I PRESEPI DEL MONDO. TUTTO CI UNISCE, NIENTE CI DIVIDE Lunedì 9 dicembre 2019, alle ore 17 (presso il Liceo Castelvì di Sassari, Viale Berlinguer 2 – fronte Gia Rating: 0

PRESEPI DEL MONDO – SASSARI – 9-21 DICEMBRE 2019

presepi_mondo_sassariI PRESEPI DEL MONDO.
TUTTO CI UNISCE, NIENTE CI DIVIDE

Lunedì 9 dicembre 2019, alle ore 17 (presso il Liceo Castelvì di Sassari, Viale Berlinguer 2 – fronte Giardini pubblici), verrà inaugurata la Mostra “I Presepi del Mondo – tutto ci unisce, niente ci divide”.

La Mostra, inserita nel progetto ideato dall’Associazione Ponti non muri, finanziato dalla Fondazione di Sardegna e organizzato in collaborazione con il Liceo “Margherita di Castelvì”, prevede l’esposizione di oltre 150 Presepi di varie forme, dimensioni, materiali e provenienza. La collezione, inizialmente di proprietà di un socio fondatore dell’Associazione, Giovanni Moretti, e di sua moglie Cinzia Cossu, ora è di proprietà della Presidente dell’Associazione stessa. Molti dei presepi esposti arrivano da Betlemme (Palestina e dalla Sardegna.

Perché una Mostra di Presepi?

In un momento storico in cui l’immigrazione e la fuga da paesi in guerra, bombardati, offesi dalla povertà sono all’ordine del giorno, così come le tensioni che si vengono a creare nelle nostre città fra cittadini e migranti, l’Associazione Ponti non muri vuole offrire spunti di riflessione per una visione di accoglienza solidale nei confronti di chi arriva da Paesi con mille difficoltà e dopo mille peripezie.

Abbiamo scelto, come simbolo di pace, di comunità e di fratellanza il Presepe: il bambino del Presepe nasce nella povertà del mondo perché per Lui e la sua famiglia non c’è posto in albergo. Trova riparo e sostegno in una stalla ed è deposto nella mangiatoia per animali. Eppure da questo nulla emerge qualcosa di importante per il mondo. Questa storia ci ricorda le mille storie che vengono raccontate dai media quotidianamente riguardanti i barconi che arrivano nelle nostre rive dopo aver attraversato il Mediterraneo con i suoi pericoli.

Con questo progetto vogliamo inoltre ricordare che il luogo della nascita del Bambino del Presepe, Betlemme, è la Palestina, terra segnata da decenni di guerra e occupazione, con una popolazione stremata ma resistente. E non vogliamo dimenticare che ai nostri tempi, l’arrivo di Gesù nella nostra terra, che tanto viene atteso e festeggiato ogni anno in Italia e nel mondo, verrebbe catalogato come l’arrivo di uno straniero extracomunitario.

Inoltre, per contrastare la nebulosa visione che divide e contrappone le tre religioni monoteiste nel sentito comune, vogliamo mettere in evidenza e rafforzare i punti di unione che sono rappresentati nel Presepe: il Bambino ebreo di nascita, poi cristiano, e profeta importantissimo per i musulmani.

Il Presepe può riuscire in questa impresa: tutto ci unisce e niente ci divide.

La mostra, con ingresso libero e gratuito, sarà aperta dal lunedì al venerdì dal 9 dicembre al 21 dicembre, dalle 16 alle 19; il sabato dalle 10 alle 13. Durante le mattinate la mostra sarà aperta, solo su prenotazione, per eventuali visite di scolaresche. Per prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..”>Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

L’Associazione Ponti non muri

L’Associazione Ponti non muri nasce a Sassari  nel 2006 con la finalità di creare un ponte tra la Sardegna e la Palestina attraverso linguaggi universali come la musica, la cultura, lo sport.

Si occupa di informare, attraverso varie attività culturali, sulla drammatica situazione che si vive in Palestina, terra sotto occupazione da più di sessant’anni, raccontando quanto realmente succede al popolo palestinese e i danni procurati dalla costruzione del Muro dell’apartheid (alto fino a 8 metri e lungo più di 750 chilometri) che chiude i Territori Palestinesi e Gaza rendendoli un carcere a cielo aperto.

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