IL CAPPOTTO DI GOGOL – TEATRO MASSIMO MINIMAX – CAGLIARI – 1-3 FEBBRAIOTHE COAT GOGOL – MASSIMO MINIMAX THEATRE – CAGLIARI – FEBRUARY 1 TO 3 Reviewed by admin on . TEATRO MASSIMO MINIMAX 1/3 FEBBRAIO 1 feb. ore 17.00 | 2 feb.  ore 21.00 | 3 feb. ore 19.00 traduzione TOMMASO LANDOLFI regia GUIDO DE MONTICELLI disegno luci L TEATRO MASSIMO MINIMAX 1/3 FEBBRAIO 1 feb. ore 17.00 | 2 feb.  ore 21.00 | 3 feb. ore 19.00 traduzione TOMMASO LANDOLFI regia GUIDO DE MONTICELLI disegno luci L Rating:

IL CAPPOTTO DI GOGOL – TEATRO MASSIMO MINIMAX – CAGLIARI – 1-3 FEBBRAIOTHE COAT GOGOL – MASSIMO MINIMAX THEATRE – CAGLIARI – FEBRUARY 1 TO 3

TEATRO MASSIMO MINIMAX

1/3 FEBBRAIO

1 feb. ore 17.00 | 2 feb.  ore 21.00 | 3 feb. ore 19.00

traduzione TOMMASO LANDOLFI

regia GUIDO DE MONTICELLI

disegno luci LÖIC FRANÇOIS HAMELIN

regista assistente ROSALBA ZICCHEDDU

musiche ALFRED SCHNITTKE

da Gogol’ suite

con LIA CAREDDU

“Siamo tutti usciti dal cappotto di Gogol’…” la celebre citazione di Dostoevskij aleggia sul palcoscenico nel quale si muove, con grande padronanza, una pietra miliare del Teatro di Sardegna, la grande Lia Careddu.

Si perché grazie al talento e all’espressività con cui indossa “quel cappotto” noi tutti riusciamo a sentirlo un po’ nostro.

Una storia, quella scritta più di duecento anni fa dall’ucraino Nikolaj Vasil’evič Gogol’, che è ancora incredibilmente attuale. Racconta di un copista di Pietroburgo la cui vita, piatta e senza amici, è esclusivamente dedita al lavoro finché un pensiero s’insinua arrivando a stravolgerla completamente.

Nel monologo, curato da Guido Monticelli, magistralmente interpretato dall’attrice sarda, l’incipit con i nomi russi, ipotizzati per la creatura nascente, è un divertente scioglilingua. La monotona esistenza di Akàkij Akakièviè, unico nome possibile per il predestinato protagonista, sarà illuminata da un barlume di consapevolezza nel momento in cui realizzerà di aver bisogno di sostituire la lacera palandrana che nulla può’ al cospetto del gelido vento pietroburghese.

Da questa necessità nasce un’ossessione e il pensiero del cappotto diventa scopo ed essenza della vita stessa, realtà con la quale condividere una quotidianità fatta di rinunce.

Il cappotto diventa una creatura, un compagno di vita con cui convivere nella testa finché il suo arrivo si concretizza trasfigurando il personaggio e piegandolo, in qualche modo, al volere della società e alla vanità che lo indurrà a presenziare ad una festa, organizzata apposta per lui.

Ma proprio il rischio di una “tentazione” lo porterà a scrivere la propria sorte fatale.

Da qui la storia prende una piega fantastica ma assolutamente veridica e ci fa capire come i desideri, giusti o sbagliati che siano, a volte, possano essere realizzati solo attraverso i sogni, in un aldilà chimerico dove tutto può essere. In un luogo irreale e senza tempo dove tutti avremo, come il personaggio di Gogol’, il nostro meritato riscatto.

Lia Careddu dà vita a una narrazione fantastica, giocosa e a tratti grottesca, entrando con tenerezza e crudeltà fra le pieghe di questo grande classico dell’umorismo, in una vertiginosa maratona apprezzatissima già l’anno scorso.

Uno sgomento coglie Akakij Akakievič, il piccolo copista protagonista del Cappotto, allorché, recatosi dal sarto per far riparare il suo vecchio cappotto – talmente liso da non esser più in grado di difenderlo dai terribili rigori dell’inverno di Pietroburgo – si sente dire che nessun rattoppo è ormai possibile, che bisogna pensare a un cappotto nuovo. L’impiegatuccio non aveva vissuto fino a quel momento che con un unico pensiero, un’unica, esclusivissima, mansione, la copiatura delle sue carte. E lo sconvolgimento piombato tra capo e collo come un terremoto diventa piano piano pensiero dominante, aspirazione, forse ossessione, uno scopo nella vita.

È di povertà o di ricchezza che ci parla il capolavoro di Gogol’? Di aridità o d’amore?

Certo, il miserabile scrivano, tutto attorcigliato sulla musica gracchiante del suo pennino, scoprirà le delizie dell’attesa, tanto simili a quelle dell’amore, ma anche – una volta che il nuovo indumento sarà finalmente pronto e consegnato dalle mani amorevoli del sarto – la fugacità del possesso…

Avvolta dalle note della scatenata e teatralissima Gogol’ suite del compositore russo Alfred Schnittke, l’attrice è lo “spirito del racconto”- ma è anche lo scrivano Akakij Akakievič, e tutti gli altri personaggi gogoliani, in un gioco fatto di distanza e personificazione, d’ironia e adesione, amplificato dal suo essere portatrice di uno sguardo (e di una voce) femminile.

TEATRO MASSIMO
via De Magistris 12 – Cagliari
tel. 070/6778129 -120
fax 070/6778192

INFOPOINT/PREVENDITA Viale Trento, 9
dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (apertura straordinaria sino al 27-10-12)

BIGLIETTERIA/INGRESSO Via De Magistris, 12
dal lunedì al venerdì apertura un’ora prima dello spettacolo.
Sabato, domenica e festivi (nei giorni di spettacolo)
dalle 17 fino all’inizio dello spettacolo.

DANILO SODDU, MARCO MURGIA
biglietteria@teatrostabiledellasardegna.it
Tel. 070.6778129


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TEATRO MASSIMO MINIMAX

1/3 February

February 1 17.00 | February 2 21.00 | 3 February 19.00

translation THOMAS LANDOLFI

directed GUIDO DE MONTICELLI

lighting design Loïc Francois HAMELIN

assistant director ROSALBA ZICCHEDDU

music Alfred Schnittke

Gogol ‘suite

with LIA CAREDDU

“We all come out from Gogol’s overcoat ‘…” the famous quote from Dostoevsky hovers on the stage in which it moves, with great mastery, a cornerstone of the Theatre of Sardinia, the great Lia Careddu.

Yes, because thanks to the talent and expressiveness with which wears “that coat” all of us to feel a little ‘our.

A story, written more than two hundred years ago the Ukrainian Nikolai Vasilievich Gogol ‘, which is still incredibly current. It tells of a copyist Petersburg whose life, flat and without friends, is exclusively devoted to his work until a thought creeps coming in completely distorting it.

In the monologue, edited by Guido Monticelli, masterfully played by Sardinia, the opening words with Russian names, assumed for the creature rising, is a fun tongue twister. The monotonous existence of Akaky Akakièviè, the only possible name for the doomed protagonist, will be illuminated by a glimmer of understanding when they realize that they need to replace the tattered cloak that nothing can ‘in the presence of cold wind Petersburg.

From this need arises obsession and the thought of the coat becomes purpose and essence of life, reality with which they share a daily life consisting of sacrifices.

The coat becomes a creature, a life partner to live with in the head until his arrival is expressed transforming the character and bending it, in some way, to the will of society and the vanity that will induce him to attend a party, organized specially for him.

But the risk of a “temptation” led him to write his own fatal fortune.

From here the story takes a turn great but absolutely truthful and tells us how the desires, right or wrong they are, at times, can be realized only through dreams, in an afterlife where everything can be chimeric. In an unreal and timeless where we all have, like a character in Gogol ‘, a well-earned redemption.

Lia Careddu creates great narratives, playful and at times grotesque, entering with tenderness and cruelty in the folds of this great classic of humor, in a dizzying already highly acclaimed marathon last year.

Dismay takes Akaky Akakievič, the little protagonist of the copyist Coat, when, who went to the tailor to fix his old coat – so worn as to be no longer able to defend him from the terrible rigors of winter in St. Petersburg – it is said that no patch is now possible, you have to think of a new coat. The clerk had not lived up to that moment with a single thought, a single, very exclusive, role, copying of his cards. And the upheaval fallen between the head and neck like an earthquake are gradually becoming dominant thought, aspiration, perhaps obsession, a purpose in life.

Is poverty or wealth that speaks Gogol’s masterpiece ‘? Of aridity or love?

Of course, the poor clerk, all twisted about music crackling of his pen, he will discover the delights of waiting, so similar to those of love, but also – once the new garment is finally ready and delivered by the loving hands of the tailor – the transience of possession …

Enveloped by the notes of wild and teatralissima Gogol ‘suite by Russian composer Alfred Schnittke, the actress is the “spirit of the story” – but it is also the scribe Akaky Akakievič, and all the other characters gogoliani, in a game played away and personification , irony and adhesion, amplified by his being the bearer of a look (and a voice) female.

MAXIMUM THEATRE
by De Magistris 12 – Cagliari
tel. 070/6778129 -120
fax 070/6778192

INFOPOINT / PRE Viale Trento, 9
Monday to Friday from 10 to 13 and from 16 to 19.
Saturday from 10 to 13 and from 16 to 19 (special opening until 27/10/12)

TICKETS / INPUT Via De Magistris, 12
Monday to Friday opening hour before the show.
Saturday, Sunday and public holidays (performance days)
from the 17th to the beginning of the show.

DANILO SODDU, MARCO MURGIA
biglietteria@teatrostabiledellasardegna.it
Tel 070.6778129


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