PIRANESI RITROVATO – GHETTO – CAGLIARI – 13 DICEMBRE – 14 APRILE 2013PIRANESI FOUND – GHETTO – CAGLIARI – DECEMBER 13 TO AVRIL 14,2013 Reviewed by admin on . "Piranesi ritrovato", due mostre al Ghetto e al Palazzo di Città. Una scoperta, un grande nome, una città contemporanea. Un percorso di riflessione sui testi e "Piranesi ritrovato", due mostre al Ghetto e al Palazzo di Città. Una scoperta, un grande nome, una città contemporanea. Un percorso di riflessione sui testi e Rating:

PIRANESI RITROVATO – GHETTO – CAGLIARI – 13 DICEMBRE – 14 APRILE 2013PIRANESI FOUND – GHETTO – CAGLIARI – DECEMBER 13 TO AVRIL 14,2013

“Piranesi ritrovato”, due mostre al Ghetto e al Palazzo di Città. Una scoperta, un grande nome, una città contemporanea. Un percorso di riflessione sui testi e contesti urbani del passato, del presente e del futuro nato dalla riscoperta delle opere di uno degli artisti più visionari, Giovanni Battista Piranesi, con oltre mille stampe conservate nella Biblioteca del Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari e ora ritornate alla luce dopo quasi cento anni.

Un consistente fondo di incisioni di cui si era persa memoria che ha generato tre mostre legate tra loro a doppio nodo: al Museo di Belle Arti di Bilbao, al Centro Comunale d’Arte e Cultura il Ghetto e al Palazzo di Città di Cagliari. Un progetto avvolgente che mescola i grandi territori dell’arte che oggi appaiono sempre più imponderabili e viaggia nel segno di Giovanni Battista Piranesi e della memoria visionaria.

Il progetto espositivo Piranesi ritrovato. L’ideologia del bene comune per la città, curato dalla professoressa Maria Grazia Scano Naitza, allestito al Ghetto, offre ai visitatori la possibilità di conoscere e apprezzare una parte dell’opera incisa del grande artista. La mostra è divisa in 5 sezioni distinte: la prima sezione sui Capricci o Grotteschi, la sezione 2 sulla sua più celebre opera de Le Carceri, la sezione 3 riprende la prima parte di Architetture e prospettive, la sezione 4 riporta parte delle antichità romane, e nell’ultima sezione sono presentate Le rovine del Castello dell’Acqua Giulia – diverse maniere – vasi – candelabri.
Il Palazzo di Città ospiterà invece Piranesi ritrovato. Segni del paesaggio urbano, mostra curata da Anna Maria Montaldo e Gabriella Locci. L’esposizione è il risultato dei lavori di un gruppo selezionato di artisti chiamati, durante un workshop curato da Casa Falconieri, a guardare la città cercando una nuova visione ispirata a Giovanni Battista Piranesi. Gli artisti sono Andrea Casciu, Veronica Gambula, Vincenzo Grosso, Andrea Hilger, Caterina Lai, Ignacio Llamas, Gabriella Locci, Paolo Ollano, Roberto Puzzu, Giovanna Secchi, Alberto Spada, Andrea Spiga, e la città di Cagliari.
Il titolo della mostra, Piranesi ritrovato, si riferisce alla riscoperta nei cassetti della Biblioteca della Facoltà di Architettura di un consistente fondo di incisioni, di cui si era persa memoria. Il fondo, costituito inizialmente da circa milletrecento stampe, per la maggior parte contenute in cartelle, altre presenti come fogli sciolti, fu acquisito nel 1916 dall’allora Real Museo dell’Università di Cagliari, in un momento storico difficile in cui, tuttavia, le istituzioni statali investivano fortemente nella formazione culturale, soprattutto relativamente a quella di ingegneri e architetti. A questo scopo, in quegli anni, la Calcografia Nazionale provvide a una tiratura massiccia di stampe dalle lastre del Piranesi e alla loro distribuzione ai Musei e ai Gabinetti dei disegni e delle stampe annessi alle Biblioteche nazionali. Il fondo da cui sono tratte le opere in mostra, conservato nella Facoltà di Architettura, fu acquisito in coincidenza con una fase di rinascita dell’incisione originale in Italia e in Europa. La Sardegna era pienamente partecipe di questa temperie: artisti come Giuseppe Biasi, Mario Delitala, Stanis Dessy, Remo Branca, Carmelo Floris e Felice Melis Marini lavoravano in campo xilografico e calcografico per affermare attraverso le immagini un’idea di Sardegna diversa da quella accreditata in Italia in quel momento, e per rivendicare la specificità dell’identità sarda.
L’esposizione cagliaritana, che si svolge in gemellaggio con quella organizzata dalla Casa Falconieri al Museo de Bellas Artes di Bilbao dal titolo Giovanni Battista Piranesi, la memoria visionaria (con duecentocinquantasei opere tratte dallo stesso fondo), intende offrire ai visitatori la possibilità di conoscere e apprezzare una piccola parte dell’opera incisa del grande artista.
Architetto quasi privo di commissioni, appassionato cultore di archeologia, l’acquafortista Giovanni Battista Piranesi, nato a Mogliano di Mestre nel 1720 e morto a Roma nel 1778, pur con salde radici nell’arte e nella cultura del suo tempo, resta una figura isolata, proiettata verso soluzioni inedite, in bilico tra le vertigini prospettiche di un barocco fantastico, il rigore scientifico di una formazione di architetto, il sublime del grandioso e le suggestioni surrealiste ante litteram. Incisore “originale”, ovvero autore sia del disegno sia del procedimento tecnico dell’incidere, fu artista difficile e problematico, caro ai romantici inglesi, amatissimo dagli specialisti dell’incisione. Le sue innovazioni nella tecnica dell’acquaforte consistono nell’impiego di ripetute coperture di vernice protettiva su cui apportare nuovi segni prima di procedere a una seconda morsura della matrice dovute all’esigenza di ottenere ombre più profonde di quelle consentite dalla morsura piana, come si vede se si confrontano la prima e la seconda versione delle babeliche e inquietanti Carceri, la serie più nota della sua amplissima attività nel settore calcografico. Anche nelle Carceri il suo estro fantastico si nutre delle suggestioni dell’antico, inteso innanzitutto come romanità nell’accezione più ampia, come civiltà che assorbe non solo la cultura etrusca e italica, ma anche quella egizia. Nella concezione di Piranesi l’antico non coincide con l’idea del “classico”. L’antichità è per lui “luogo” pieno di fermenti e di inquietudini, in cui trovano spazio il simbolo e le valenze misteriosofiche dell’esistente, come è chiaro nei quattro giovanili Capricci che si prestano a letture in chiave ermetica. Questo dato culturale riaffiora continuamente nelle incisioni del Piranesi. La sua visione non si ferma al fascino delle rovine e alla loro sublime imponenza, non si limita, come avevano fatto Luca Carlevaris per Venezia e Giuseppe Vasi per Roma, agli aspetti meramente estetici, ma li supera per analizzare scientificamente i metodi costruttivi, gli aspetti strutturali, la funzione pratica e sociale delle “grandi opere” romane, quali i ponti, le strade, le terme, la cloaca massima, gli acquedotti.
Nella querelle che si sviluppa soprattutto negli anni Cinquanta del Settecento sulla superiorità dell’arte greca su quella romana, Piranesi prende lucidamente posizione a favore di Roma. Il grande artista ricerca il segreto della grandiosità dei monumenti romani attraverso l’esame diretto: da archeologo consumato li seziona, misura e sviscera studiandoli sin dalle fondamenta, analizzando murature e metodi costruttivi e ricomponendo il tutto con artifici prospettici che li collocano nella tersa luce dei cieli di Roma.

La sua alta concezione della civiltà romana, che si allinea all’analisi storica svolta nei suoi scritti da Giovambattista Vico, è sorretta da una forte passione civile, come risulta con estrema chiarezza dagli scritti che accompagnano le raccolte delle sue incisioni. La sua idea della magnificenza dell’architettura romana è tutt’uno con quella della sua destinazione pubblica, mirata al “bene comune”.
Più in generale si può concludere che la mostra vuole offrire spunti di riflessione sull’idea della città espressa dal Piranesi, per trarne insegnamenti utili anche altrove nel nostro tempo. Sebbene Cagliari non sia paragonabile alla Roma caput mundi dell’antichità classica né alla Roma del Settecento, imprescindibile meta degli artisti europei, resta valida la lezione piranesiana che è compito degli intellettuali, degli urbanisti e degli architetti salvaguardare la memoria storica e finalizzare il loro impegno al “bene comune”.

Luogo: Centro Comunale d’Arte e Cultura il Ghetto/ Palazzo di città
Curatori: Maria Grazia Scano
Città: Cagliari
Provincia: Cagliari
Data inizio: 14 Dicembre 2012
Data fine: 14 Aprile 2013
Costo del biglietto: intero 5 euro, ridotto 3 euro, scolaresche 2 euro
Telefono per informazioni: +39 070 640211
ilghetto@tiscali.it

“Piranesi found”, two exhibitions at the Ghetto and the Town Hall. A discovery, a great name, a contemporary city. A process of reflection on texts and urban environments of the past, the present and the future created by the rediscovery of the works of one of the most visionary artists, Giovanni Battista Piranesi, with over one thousand prints preserved in the Library of the Department of Architecture of the University of Cagliari and hours back to life after almost one hundred years.

A significant fund engravings which had been long forgotten that has produced three exhibitions linked to double knot: the Museum of Fine Arts in Bilbao, the Municipal Center for Art and Culture of the Ghetto and the Palace of the City of Cagliari. A wrap-around design that mixes art large territories that today are increasingly imponderable and travels in the name of Giovanni Battista Piranesi and memory visionary.

The exhibition Piranesi found. The ideology of the common good for the city, edited by Professor Maria Grazia Scano Naitza, set up the Ghetto, offers visitors the opportunity to know and appreciate one hand engraved work of the great artist. The exhibition is divided into five sections: the first section on Capricci or Grotesques, Section 2 on his most famous work Le Carceri, Section 3 incorporates the first part of architectures and perspectives, section 4 shows part of Roman antiquities, and the last section presents the ruins of the Castle Water Giulia – different ways – vessels – chandeliers.
The Town Hall will host Piranesi found. Signs of the urban landscape, the exhibition curated by Anna Maria Montaldo and Gabriella Locci. The exhibition is the result of the work of a select group of artists called, during a workshop organized by Casa Falconieri, watching the city looking for a new vision inspired by Giovanni Battista Piranesi. The artists are Andrea Casciu, Veronica Gambula, Vincenzo Grosso, Andrea Hilger, Catherine Lai, Ignacio Llamas, Gabriella Locci, Paul Ollano, Roberto Puzzu, Jane Secchi, Alberto Spada, Andrea Spiga, and the city of Cagliari.
The title of the exhibition, Piranesi found, refers to the rediscovery in the drawers of the Library of the Faculty of Architecture of a substantial fund engravings, which had been long forgotten. The fund, consisting initially of about thirteen hundred prints, for the most part contained in folders, others present as single sheets, was acquired in 1916 by the then Royal Museum of the University of Cagliari, in a difficult historical moment in which, however, state institutions invested heavily in cultural education, especially in relation to that of engineers and architects. To this end, in those years, the National Chalcography arranged to run a massive slabs of prints by Piranesi and their distribution to museums and cabinets of drawings and prints attached to national libraries. The fund from which it derives the works in the exhibition, held at the Faculty of Architecture, was acquired in connection with a resurgence of original engraving in Italy and Europe. Sardinia was wholly in this climate of artists like Joseph Biasi, Mario Delitala, Stanis Dessy, Remo Branca, Carmelo Floris and Happy Melis Marini worked in the field of woodcut and copperplate to say through images of Sardinia idea other than accredited Italy at that time, and to claim the specificity of Sardinia.
Exposure Cagliari, held in partnership with the House Falconieri organized by the Museo de Bellas Artes in Bilbao entitled Giovanni Battista Piranesi, memory visionary (with two hundred fifty-six works drawn from the same country), will offer visitors the opportunity to learn and appreciate a small part of the work of the great artist engraved.
Architect almost no commissions, passionate student of archeology, etcher Giovanni Battista Piranesi was born in Mogliano Mestre in 1720 and died in Rome in 1778, while firmly rooted in the art and culture of the time, remains an isolated figure projected into new solutions, poised between dizzy perspective of a baroque fantastic, the scientific rigor of a formal qualification of the sublime and the suggestions of the great surrealist avant la lettre. Engraver “original” or author of both the design and the technical process dell’incidere, was an artist difficult and problematic, dear to the English Romantics, loved by specialists incision. His innovations in etching technique consists in the use of repeated shell protective coating on which to make new signs before proceeding to a second etching of the matrix due to the need to obtain shadows deeper than those permitted by etching plane, as seen when comparing the first and second version of the Babylonian and disturbing Carceri, the most famous series of his very wide activities in intaglio. Even in Prisons his creativity is nourished by the great charm of the old, intended primarily as Roman in its broadest sense, as a civilization which absorbs not only the culture Etruscan and Italic, but also Egyptian. In the conception of the ancient Piranesi does not coincide with the idea of “classic.” The antiquity is for him “place” full of turmoil and unrest, that includes everything from the symbol and the values misteriosofiche exists, as is clear in the four youth Capricci that lend themselves to readings in key seal. This cultural fact continually resurfaces in the engravings of Piranesi. His vision does not stop the charm of the ruins and their sublime grandeur, is not limited, as did Luca Giuseppe Vasi Carlevaris to Venice and Rome, to the exterior aesthetics, but surpasses them for scientific analysis of construction methods, aspects structural, social and practical function of “great works” of Rome, such as bridges, roads, thermal baths, the Cloaca Maxima, the aqueducts.
In the controversy that develops especially in the fifties of the eighteenth century the superiority of Greek art of the Roman, Piranesi clearly takes a position in favor of Rome. The great artist searches for the secret of the greatness of the Roman monuments through direct examination: by archaeologist consumed them dissects and eviscerates measure from the ground studying, analyzing and masonry construction methods and rearranging everything with tricks of perspective that places them in the light of the clear air skies of Rome.

His lofty conception of Roman civilization, which is aligned to historical analysis carried out in his writings by Giovan Battista Vico, is supported by a strong civic passion, as is abundantly clear from the writings that accompany collections of his etchings. His idea of the grandeur of Roman architecture is one with that of its target public, aimed at the “common good.”
More generally, it can be concluded that the exhibition aims to offer insights on the idea of the city expressed by Piranesi, to draw useful lessons elsewhere in our time. Although not comparable to Cagliari Roma caput mundi of classical antiquity or the Rome of the eighteenth century, an essential goal of European artists, the lesson remains valid Piranesi which is the task of intellectuals, urban planners and architects preserve the historical memory and finalize their commitment the “common good.”

Location: Municipal Center for Art and Culture of the Ghetto / City Palace
Curators: Maria Grazia Scano
City: Cagliari
Province: Cagliari
Start Date: December 14, 2012
End date: 14 April 2013
Cost of Admission: 5 €, concessions 3 €, school groups 2 €
Phone: +39 070 640211
“>ilghetto@tiscali.it <ilghetto@tiscali.it>

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