MARINA CAFE’ NOIR – CAGLIARI – 30 AGOSTO – 4 SETTEMBRE 2016 Reviewed by admin on . Marina Cafè Noir 2016 Festival di Letterature Applicate  XIV edizione SCONFINATE UTOPIE 30 agosto – 4 settembre 2016 - Cagliari Marina | Castello| Villanova | S Marina Cafè Noir 2016 Festival di Letterature Applicate  XIV edizione SCONFINATE UTOPIE 30 agosto – 4 settembre 2016 - Cagliari Marina | Castello| Villanova | S Rating: 0

MARINA CAFE’ NOIR – CAGLIARI – 30 AGOSTO – 4 SETTEMBRE 2016

MARINACAFENOIRMarina Cafè Noir 2016
Festival di Letterature Applicate 
XIV edizione
SCONFINATE UTOPIE
cagliari-marina-cafe-noir-2016
30 agosto – 4 settembre 2016 – Cagliari
Marina | Castello| Villanova | Stampace
Quattordicesima edizione per il festival cagliaritano.
Tra gli ospiti Alan Pauls, Rita Indiana, Sam Millar, Wu Ming, Karim Franceschi, Marco Missiroli, Paco Roca, Andrès Neuman, Franco La Cecla, Marco Aime, Hervè Le Corre, Michela Murgia, Francesco Abate, Marcello Fois e altri ancora.

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Da martedì 30 agosto a domenica 4 settembre 2016 torna a Cagliari il Marina Cafè Noir – Festival di Letterature Applicate: Sconfinate Utopie è il tema della rassegna che taglia quest’anno il traguardo della quattordicesima edizione.
La formula del Festival, la sua attitudine, rimane quella di una manifestazione popolare e gratuita, stradaiola e libertaria, che animerà il cuore della città, tra il Terrapieno e il Giardino sotto le mura, con incontri, dibattiti, reading e concerti.
Ospiti internazionali, gli autori italiani più interessanti, gli scrittori sardi più apprezzati e quelli emergenti compongono il cast dell’edizione 2016 del Festival.
Festival che lancia anche una campagna di crowdfunding, per far fronte alle ristrette economie causate dalla decisione della Fondazione di Sardegna di escludere, per il secondo anno consecutivo, l’associazione culturale Chourmo dai finanziamenti di settore.
Il Festival 
La quattordicesima edizione del Marina Cafè Noir si apre all’insegna dell’utopia, del futuro che ci aspetta, di una donchisciottesca visione delle cose che è ancora, a distanza di tanti anni dalle prime, pionieristiche edizioni, la bussola che guida le scelte e orienta le direzioni del gruppo dell’Associazione Chourmo, storico organizzatore del MCN, il decano dei Festival di Letteratura sardi.
Come da alcuni anni, visti i numeri davvero sorprendenti – nell’ordine di diverse migliaia a serata – di spettatori e fruitori del Festival, MCN avrà cuore e testa in quello che è stato definito il Villaggio Chourmo, ovvero l’area tra il Terrapieno e il Giardino sotto le Mura, al crocevia tra i quartieri di Villanova, Castello e Marina (e con diversi appuntamenti, prima, dopo e durante i sei giorni, dentro i vari rioni storici).  Un’area che per alcune sere verrà liberata dalla macchine e restituita ai pedoni. Grazie alla collaborazione con la Mem-Mediateca del Mediterraneo, dove si terranno i molti laboratori, sarà coinvolto anche il quartiere storico di Stampace.



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Il Festival avrà declinati, nelle varie fasce giornaliere, i suoi tanti appuntamenti per oltre cinquanta eventi complessivi. Si comincerà con gli incontri per i più giovani e le famiglie (quest’anno affidati al Festival Sa Ruga), quindi il via agli appuntamenti con i tanti ospiti, alle conversazioni a tema e alle tavole rotonde informali, sino ai momenti più spettacolari in seconda serata con i reading, le sonorizzazioni dei libri, i concerti sempre sul solco di un preciso filone letterario.
Non mancheranno, come sempre, gli ospiti internazionali: dal grande scrittore argentino per la prima volta in Sardegna Alan Pauls (da molti considerato l’erede più autorevole della grande letteratura sudamericana), all’astro nascente della graphic novel spagnola Paco Roca (in collaborazione con il Festival di fumetti internazionale Nues); da uno degli autori di noir più acclamati in Francia, Hervè Le Corre, che sta raccontando la parte nera della sua Bordeaux come l’amato Jean-Claude Izzo fece per Marsiglia, alla santodomingana Rita Indiana, figura chiave della letteratura caraibica, leader di una pop-band alternativa e attivista del movimento per i diritti LGBT; da Sam Millar, crime novelist di Belfast che dopo la lunga militanza nell’IRA e una leggendaria rapina a New York, è diventato uno degli autori irlandesi più apprezzati nel genere, al giovane sudamericano Andreas Neuman, per il quale il grande Roberto Bolano spese parole entusiaste e memorabili.
Spazio importante avranno gli autori italiani, portatori di una letteratura capace di confrontarsi con i grandi temi e con le trasformazioni del nostro tempo, da Marco Missiroli ai Wu Ming, da Gianna Coletti a Alessandro Bertante, dai grandi autori isolani di statura internazionale come Michela Murgia, Marcello Fois e Francesco Abate alle nuove voci della letteratura isolana come Cristian Mannu e Mauro Tetti.
Gli argomenti più vicini alle suggestioni e ai temi richiamati sin dal titolo (e storicamente presenti all’interno dei programmi MCN) saranno affrontati dallo scrittore e giornalista Alessandro Leogrande, che con il suo “La Frontiera” racconta come pochi altri il dramma immenso che sta attraversando il Mediterraneo; quindi da Franco La Cecla e Marco Aime, probabilmente i due antropologi oggi più conosciuti in Italia, che accompagnati da Andrea Staid condurranno il pubblico dentro il senso del pensare e fare un’antropologia “contro”; ci sarà Alberto Prunetti, scrittore, studioso dei movimenti antagonisti e autore, recentemente, di un libro prezioso come “PCSP”, dove racconta le resistenze, le ribellioni e le rivolte novecentesche della sua Maremma. La studiosa italo-egiziana Claudia Galal, accompagnata da Alessandra Marchi di Gramsci Lab,  racconterà invece cosa sta succedendo al Cairo nella sua parte culturalmente più vivace e underground, in un tempo in cui la politica nordafricana acquisisce toni sempre più violenti e repressivi. Con Karim Franceschi, unico combattente italiano della brigata anti-Is ad aver partecipato alla liberazione di Kobane, si parlerà della situazione sempre delicatissima e complessa che riguarda i territori curdi, mentre con Mimmo Lucano, sindaco del paese di Riace e considerato dal prestigioso “Fortune” uno dei cinquanta uomini più influenti del mondo, verrà raccontato il fortunato esperimento di convivenza tra popoli avvenuto nella cittadina calabrese da più di dieci anni. Con lo psichiatra Alessandro Coni, invece, sarà illustrato il progetto “Sentieri di Libertà”, un modo nuovo di pensare il camminare come terapia e cura individuale, sociale e del territorio. Con l’editore e scrittore Marco Cassini si farà il punto, insieme ai numerosi editori presenti al festival (Sur, EnneEnne, Milieù, Eleuthera, AgenziaX, Alegre) sulla forza e sul destino dei piccoli e medi editori a forte progettualità.  Con amici storici del Festival, come i giornalisti Marco Mathieu e Andrea Pomini, il poeta e traduttore Marc Porcu e lo scrittore Serge Quadruppani si approfondirà la conoscenza dei nostri autori e dei tanti spunti e argomenti a loro legati.
Il Marina Cafè Noir, come ogni anno, omaggerà alcune grandi figure della letteratura e dell’arte, amici del Festival e/o figure di riferimento etiche e culturali del gruppo organizzativo: saranno il grande scultore Pinuccio Sciola, il cantautore Gianmaria Testa, la scrittrice e traduttrice Joyce Lussu, lo scrittore Ciccito Masala e il poeta Miguel Hernandez a essere ricordati in vari modi durante le giornate.
Non mancheranno il consueto corollario di laboratori per bambini e adulti, le mostre negli spazi espositivi open-space del Festival e in alcuni locali del centro storico, oltre ai concerti, ai reading e alle produzioni originali targate MCN.
In programma anche una sorprendente anteprima che porterà il Festival in uno dei luoghi più amati e cari ai cagliaritani.
Il Tema: SCONFINATE UTOPIE
” ‘A cosa serve l’utopia? A camminare’. Così, citando il mai troppo compianto Eduardo Galeano, scrivevamo a conclusione dell’editoriale di presentazione dello scorso MCN. E così apriamo quello dell’edizione 2016, la quattordicesima, ribadendo e allargando il concetto, sino a farle diventare sconfinate, le utopie di cui sappiamo e sentiamo di non poter fare a
meno, delle utopie che ancora ci spronano al cammino, pena l’immobilità più sventurata.
Sì, sono sconfinate le utopie che ci riguardano, che ci riempiono, ma sono sconfinate anche le utopie altrui, quelle, per essere chiari, di milioni di persone in fuga dalla guerra, dalla povertà, da una vita chiusa dalla cappa dell’avidità umana e proiettate verso un diritto di felicità che è di tutti, ma che non tutti possono esercitare. È a loro, spostando l’aggettivo
‘sconfinate’ al verbo imperativo, che verrebbe da suggerire l’oltrepasso di confine, lo sconfinamento necessario che fa diventare il mondo un po’ più giusto, un po’ più bello, quando e perchè in ballo c’è la vita stessa.
“Certo, sappiamo che è donchisciottesco, spesso, l’anelito alla libertà più grande, ma che possiamo farci? È la nostra attitudine, è la nostra abitudine, e la portiamo come s’indossa una scarpa vecchia ma comoda. Con nonchalance. Perché, a ben vedere, siamo negli stessi paraggi da quasi quindici anni. Paraggi fisici e mentali. ‘Poche idee, ma in
compenso fisse'; così diceva ironizzando il grande Faber, che l’anno scorso abbiamo implicitamente omaggiato con il titolo che era il verso di una sua canzone (e quanto già ci manca Gianmaria Testa, a proposito di cantautori), e così abbiamo pensato quest’anno, quando abbiamo messo la parola ‘utopia’ a chiave di volta di tutta la programmazione del Festival, e ci siamo accorti che l’edificio reggeva che una meraviglia.
“Utopie sociali, utopie individuali, utopie di comunità, utopie di popolo, utopie e distopie, persino utopie in senso etimologico, cioè ‘non luoghi’, quando ci troviamo a ragionare in senso antropologico di cosa sta accadendo ai nostri spazi in comune. E poi
sconfinamenti, intesi anche come possibilità di ognuno di noi di andare oltre, di cercare altrove, di poter essere se stessi ovunque possa capitare di sentirsi davvero ‘vivi’. Di questo proveremo a parlare, in questo Marina Cafè Noir, tra un incontro e un concerto, tra un reading e un laboratorio, tra un bicchiere offerto e un libro acquistato, nel cuore della nostra
città. Città che a volte ci sembra bella più di un’utopia, e a volte pensiamo invece che abbia bisogno di qualcuno che le dica di aprirsi di più, di essere più coraggiosa e generosa, di sconfinare. A ben vedere, i progetti culturali, quando non sono mera impresa, servono anche a questo. O forse, soprattutto a questo”.
Chourmo



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Il crowdfunding – La nostra Fondazione siete voi
Per il secondo anno consecutivo, inspiegabilmente, il Marina Cafè Noir si trova a non poter godere del contributo della Fondazione di Sardegna, assenza che mette il più longevo dei grandi Festival letterari isolani nella difficile situazione di dover sopperire altrimenti al mancato sostegno (sostegno che non è invece mancato a tutti gli altri analoghi Festival: dai 67.000 euro come cifra massima ai 25.000 come minima).
“Non è nostro compito né obiettivo sindacare o stigmatizzare le scelte della Fondazione di Sardegna – sottolineano gli organizzatori del Festival – che storicamente permettono ai grandi progetti culturali del territorio di sopravvivere in tempi di incertezze economiche e chiari di luna contributivi (a tutt’oggi, non sappiamo quali saranno gli importi erogati dai nostri partner pubblici per il MCN, che da molti anni, comunque, si posiziona sempre ai primi posti delle graduatorie pubbliche di riferimento). Aspettiamo quindi che si chiarisca il motivo dell’esclusione di un progetto come il Marina Cafè Noir dai finanziamenti della Fondazione. È un fatto, però, che questa situazione ci metta nelle condizioni di dover trovare altrove e nell’immediato il sostegno necessario a realizzare una quattordicesima edizione quanto mai prospera, ricca di spunti, ospiti e collaborazioni, dedicata simbolicamente a quella pacifica rivoluzione culturale che in tanti auspichiamo”.
Per questo motivo gli organizzatori hanno deciso di avviare una campagna di crowdfunding rivolta ai numerosi spettatori, amici e sostenitori che “permetta di garantire in tutti i modi la realizzazione di un Festival dagli alti standard, sia etici che qualitativi, e di conseguenza dagli alti costi (e prima o poi, si dovrà affrontare seriamente quanto davvero costano e quanto davvero rendono ai propri territori, i grandi Festival letterari). Saremo anche degli utopisti – concludono – ma un po’ di sano pragmatismo ci permette anche di credere che certi piccoli passi siano possibili solo con il coinvolgimento di tanti, se non tutti”.
I riferimenti bancari per le donazioni:
CODICE IBAN IT91 V 07601 04800 00005 2059 334
CONTO CORRENTE 000052059334 BANCOPOSTA

Marina Café Noir – Festival di Letterature Applicate è il Festival di letterature e saperi, cinema e teatro, musica e arti visive organizzato a Cagliari dall’Associazione Culturale Chourmo dal 2003.
Il Festival, il primo nel suo genere in Sardegna per ordine di tempo, è realizzato nelle strade, nelle piazze, nei locali, nelle botteghe artigiane e negli spazi informali del quartiere Marina e del centro storico del capoluogo isolano.

Migliaia di persone tra appassionati, lettori, cittadini e turisti si riversano a ogni edizione nello storico quartiere del porto cagliaritano per il suo Festival, vivendone anche gli angoli meno conosciuti e abitandone i locali, i cafè, i ristoranti, gli alberghi e i B&B, contribuendo così a rilanciare l’immagine del quartiere e del centro storico cittadino nel panorama culturale nazionale e internazionale, grazie al notevole impatto mediatico che il Marina Café Noir ha e ha avuto nelle sue varie edizioni.
Da Roberto Saviano al regista Emanuele Crialese, da Nanni Balestrini a Max Casacci dei Subsonica, da Paco Ignacio Taibo II a Maria Giacobbe, dai Wu Ming al grande antropologo Marc Augé: la lista degli ospiti – e la ricchezza delle loro differenze – che hanno accompagnato queste otto edizioni di Marina Café Noir è davvero sconfinata, senza contare gli scrittori e gli artisti sardi: tanti, tantissimi, la vera spina dorsale dell’evento, da Francesco Abate a Michela Murgia, dal Cada Die Teatro ai SikitikiS, da jazzisti come Antonello Salis a grandi disegnatori come Igort.

Dodici edizioni di Marina Café Noir, con una media di cinquanta produzioni – per lo più inedite – all’anno, tra incontri, reading, spettacoli, concerti, performance culinarie, mostre e laboratori; cinquanta eventi annuali e molte altre iniziative e progetti, nell’arco di questi anni, ora confluiti e riportati dentro il Festival “maestro” di settembre: tra le tante anime del MCN, ricordiamo il Baby Cappuccino rivolto ai più piccoli, il LiberTones! per gli appassionati di musica, lo U.s. Marina che ha aperto il gemellaggio con New York, le giornate dedicate al grande Sergio Atzeni, il Manhattan Short Film Festival…

Il Marina Café Noir, appuntamento irrinunciabile di fine estate – seconda settimana di settembre – per la città di Cagliari e tantissimi appassionati, sardi e non, cerca dai suoi esordi l’equilibrio perfetto tra una fiesta delle storie e dei saperi – con un occhio di riguardo a quelle più sociali e “nere” – e un idea di quartiere/laboratorio a cielo aperto, dove gli scrittori e gli artisti internazionali possano confrontarsi e realizzare con gli artisti e le energie creative locali, i più vari progetti e le performance più nuove e inedite, all’insegna della convivialità e della condivisione.
Sin dalla sua nascita, e in accordo con i tanti partner istituzionali e privati, gli obiettivi del Marina Café Noir e dell’Associazione Chourmo sono: riqualificazione e promozione culturale del quartiere Marina e, più in generale, del centro storico cittadino; coinvolgimento attivo e creativo delle fasce più deboli; opportunità di scambio e confronto tra gli ospiti, gli scrittori e gli artisti isolani; conoscenza, scambio e promozione delle culture migranti; valorizzazione del patrimonio creativo e “underground” locale e internazionale.

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