FESTA DI SAN SEBASTIANO – SESTU – 19-20 GENNAIOSAN SEBASTIANO FESTIVAL – SESTU – JANUARY 19 TO 20 Reviewed by admin on . Un rito che si ripete, immutato nel tempo. La tradizione che si fonde con la religiosità più autentica del paese. Sacro e profano, dunque. Il fuoco per simboleg Un rito che si ripete, immutato nel tempo. La tradizione che si fonde con la religiosità più autentica del paese. Sacro e profano, dunque. Il fuoco per simboleg Rating:

FESTA DI SAN SEBASTIANO – SESTU – 19-20 GENNAIOSAN SEBASTIANO FESTIVAL – SESTU – JANUARY 19 TO 20

Un rito che si ripete, immutato nel tempo. La tradizione che si fonde con la religiosità più autentica del paese. Sacro e profano, dunque. Il fuoco per simboleggiare la forza dello spirito e illuminare la fede, ma anche per battezzare le maschere con l’apertura del carnevale. E’ la festa di San Sebastiano che si terrà sabato 19 e domenica 20 gennaio nel centro campidanese. Il cartellone dell’evento, organizzato dall’associazione culturale Is Mustayonis e S’orku foresu con il patrocinio dell’amministrazione comunale e della parrocchia di San Giorgio, propone per sabato alle 19 – nell’area sterrata che costeggia la via Piave (fronte via Cesare Picciau) – l’accensione del falò tradizionale con la benedizione del fuoco e la comparsa delle maschere tradizionali sestesi, poi i balli attorno al rogo con i gruppi folk. Alle 20.30 la degustazione di prodotti tipici isolani con l’assaggio di vini novelli, si proseguirà con uno spettacolo pirotecnico. Domenica 20 alle 17, nella parrocchia San Giorgio, la messa solenne presieduta da monsignor Onofrio Serra, poi la processione del simulacro per le strade della cittadina. Alle 19.30, nei locali della pro loco, sarà messa in scena una commedia dialettale.

Da tempo immemorabile il 20 gennaio la Chiesa festeggia San Sebastiano. Una passione del V secolo e soprattutto la leggenda che ben presto si fuse con i pochi dati storici disponibili, fanno di Sebastiano un ufficiale dei pretoriani intimo amico dell’imperatore Diocleziano che, grazie al suo ruolo di prestigio a corte e nell’esercito, ebbe modo di soccorrere tanti cristiani in carcere o condotti  al supplizio. Quando il suo “gioco” venne scoperto, fu convocato dall’Imperatore che cercò di riconquistarlo alla propria visione del mondo facendo appello alla vecchia amicizia. Di fronte alla fede incrollabile di Sebastiano, all’Imperatore che si “considerò tradito dentro la sua stessa casa” non restò altra scelta che quella di condannarlo e per ciò fu legato al tronco di un albero in un bosco e trafitto dalle frecce dei suoi commilitoni. Una versione della leggenda evidenzia che l’ufficiale, creduto morto dai romani, venne raccolto e curato dalla matrona romana Irene. Appena guarito tuttavia si ripresentò al cospetto di Diocleziano, che stavolta lo fece flagellare e uccidere a frustate, ordinando che il corpo esanime fosse gettato nella fogna affinché nessuno potesse più trovarlo. Tuttavia, una notte il Santo comparve in sogno alla matrona Lucina (un’altra versione della leggenda parla di un compagno di fede) e le indicò il luogo dove giacevano le sue membra spoglie.  Recuperate le spoglie, Lucina diede poi a Sebastiano degna sepoltura nelle Catacombe che in seguito presero il suo nome. Dopo la sua morte il culto per Sebastiano  si diffuse in ogni luogo e anche in Sardegna, dove la devozione per questo Santo è attestata dalle tante chiese a lui dedicate in moltissimi paesi isolani.

Per quanto riguarda Sestu, la certificazione storica di una chiesa rurale a lui consacrata attesta che San Sebastiano era venerato dai sestesi già dal lontano 1500, ma è probabile che il suo culto possa risalire a tempi ancora più antichi. In ogni caso, i documenti d’archivio attestano che già dai primi anni del Seicento i vari obreros de San Sebastian si alternavano nella ricerca di fondi per celebrare la festa in suo onore e per effettuare le dovute manutenzioni alla chiesa, che purtroppo nella seconda metà del Settecento sarà profanata e infine, sconsacrata. Ciononostante i festeggiamenti per il Santo continuarono ancora per qualche secolo, finché non andarono in disuso verso il 1964. A Sestu la festa di San Sebastiano era organizzata dai pastori e da coloro che portavano il suo nome (Pittanu, Srebastianu) e il Santo era invocato come guaritore e protettore contro le pestilenze, che, soprattutto in passato, decimavano sia uomini che bestie. Per questo motivo, secondo l’antica tradizione, era consuetudine attribuire alle fiamme de su fogadoni che veniva tenuto acceso la notte della vigilia una funzione purificatrice, in quanto si credeva che il fuoco potesse bruciare tutti i mali del mondo ed in particolare la tanto temuta peste, portatrice di lutti e dolori. La festa naturalmente continuava fino all’alba tra canti e balli  che si svolgevano attorno al fuoco e all’indomani, prima dello spegnimento degli ultimi tizzoni ardenti, la gente si preoccupava di portare a casa recipienti pieni di brace o monconi di legno carbonizzato (munzionis) recuperati dalla cenere ancora calda, per conservarli come amuleti contro le malattie e i temporali.

Is mustaionis e s’orku foresu

Nei primi decenni del secolo scorso, inoltre, la festa di San Sebastiano segnava in paese anche l’inizio del Carnevale, con la comparsa delle prime maschere che andavano in giro casa per casa alla ricerca delle tanto sospirate frittelle. In seguito l’avvio del ciclo carnevalesco fu fatto coincidere con la Candelora, altra festa di carattere religioso ma dai forti influssi propiziatori legati ad antiche credenze e ai culti agrari. Come già evidenziato in precedenza però, così com’era successo per Sant’Antonio Abate o Sant’Antoi de su fogu agli inizi del primo decennio del novecento, anch’esso venerato a Sestu come Santo guaritore e portatore del fuoco purificatore e rigeneratore dai mali, dopo il 1960 la festa di San Sebastiano andò in disuso e rimase soltanto nella memoria degli anziani e di coloro che, ancora bambini, riuscirono a vedere per l’ultima volta il grande falò acceso in suo onore, lasciando in tal modo un gran vuoto nel ciclo invernale delle feste tradizioni locali. Tuttavia, dopo circa quarant’anni di oblio, da quasi un decennio la festa in onore di San Sebastiano è stata riabilitata grazie all’impegno dell’Associazione culturale “Is Mustayonis e S’Orku Foresu”, che in collaborazione con le autorità civili e religiose hanno deciso di recuperare e riorganizzare l’antica festa, dando così la possibilità alla Comunità e soprattutto alle nuove generazioni di riacquisire un importante tassello della cultura tradizionale locale, nella speranza che questa antica festa possa continuare a vivere ancora per lungo tempo.

A ritual that is repeated unchanged over time. The tradition that blends with the most authentic religion of the country. Sacred and profane, then. The fire to symbolize the strength of the spirit and illuminate the faith, but also to baptize the masks with the opening of the carnival. And ‘the feast of San Sebastian, which will be held on Saturday 19 and Sunday, January 20 in the center campidanese. The program of the event, organized by the cultural Is Mustayonis S’Orku foresu and with the support of the municipal administration and the parish of St. George, proposes to Saturday at 19 – in the area which runs along the Via Piave (via front Cesare Picciau) – the lighting of the bonfire with the traditional blessing of the fire and the appearance of traditional masks Sesto, then dances around the fire with folk groups. At 20.30 the tasting of typical products islanders tasting new wines will continue with a fireworks display. Sunday, 20 to 17, in the parish of St. George, the Mass presided over by Monsignor Onofrio Serra, then the procession of the statue through the streets of the town. At 19.30, the premises of the local tourist board, will be staging a dialect comedy.

Since time immemorial, January 20, the Church celebrates San Sebastian. A passion of the fifth century and especially the legend which soon merged with the few available historical data, make Sebastiano an officer of the Praetorian close friend of Emperor Diocletian who, thanks to his prestigious role at court and in the army, had way to help so many Christians in prison or conducted to the scaffold. When his “game” was discovered, was summoned by the Emperor who tried to reconquer their own vision of the world by appealing to the old friendship. In front of the unshakable faith of Sebastian, the Emperor who “considered betrayed into his own home” there remained no choice but to condemn him and that he was tied to a tree in a forest and pierced by the arrows of his fellow soldiers . One version of the legend shows that the officer believed to be dead by the Romans, was collected and edited by Roman matron Irene. Just healed but recurred in the presence of Diocletian, who this time had him scourged with whips and kill, ordering that the dead body was thrown in the sewer so that no one could no longer find it. However, one night the saint appeared in a dream to the matron Lucina (another version of the legend speaks of a fellow believer) and indicated the place where lay the remains of his limbs. Recovered the remains, Lucina then gave Sebastiano burial in the catacombs that later took his name. After his death, the cult of Sebastian spread in every place and in Sardinia, where devotion to this saint is attested by the many churches dedicated to him in many countries islanders.

Regarding Sestu, certification history of a rural church consecrated to him attest that San Sebastian was venerated by Sesto far back in 1500, but it is likely that the cult can be traced back to even more ancient times. In any event, the archival documents show that the early years of the seventeenth century the various obreros de San Sebastian took turns in the search for funds to celebrate the feast in his honor and to carry out the necessary maintenance of the church, which unfortunately in the second half of the eighteenth century will be desecrated and finally desecrated. Nevertheless, the celebration of the Holy continued for several centuries, until it went into disuse towards 1964. A Sestu the feast of San Sebastian was organized by the shepherds and those who bore his name (Pittanu, Srebastianu) and the saint was invoked as a healer and protector against the plague, which, especially in the past decimated both man and beast. For this reason, according to ancient tradition, it was customary to give the Flames of fogadoni which was held on the night before a purifying function, as it was believed that the fire could burn all the evils of the world, especially the dreaded plague, the bringer of death and pain. The party went on until dawn, of course, singing and dancing that took place around the fire and the aftermath, before shutting down the last embers, people bother to take home containers filled with grilled or stumps of charred wood (munzionis ) recovered from the ashes still warm, to keep them as amulets against disease and storms.

Is mustaionis and S’Orku foresu

In the first decades of the last century also marked the feast of San Sebastian in the country is also the beginning of Carnival, with the appearance of the first masks that went around from house to house in search of the long-awaited pancakes. Following the start of the cycle carnival was made to coincide with Candlemas, another party of a religious nature but with strong influences propitiatory linked to ancient beliefs and agrarian cults. As previously indicated, however, as it was successful or Sant’Antoi Saint Anthony de fogu the beginning of the first decade of the twentieth century, also venerated as a saint in Sestu healer and carries the purifying fire and regenerator from the evils after 1960 the feast of San Sebastian fell into disuse and was only in the memory of the elderly and of those who, as children, were able to see for the last time the huge bonfire lit in his honor, thus leaving a large empty in the winter cycle of feasts traditions. However, after about forty years of neglect, for almost a decade, the feast of St. Sebastian was rehabilitated thanks to the efforts of the Cultural Association “Is Mustayonis and S’Orku Foresu”, in collaboration with the civil authorities and religious have decided to recover and reorganize the ancient festival, thus giving the possibility for the Community and especially to the new generations to regain an important part of the local traditional culture, in the hope that this ancient festival can continue to live for a long time.

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