BERLINGUER – TEATRO VERDI – SASSARI – 4-5 APRILEBERLINGUER – VERDI THEATRE – SASSARI – AVRIL 4 TO 5 Reviewed by admin on . Teatro dell’Archivolto / Teatro Stabile di Genova Berlinguer I pensieri lunghi con Eugenio Allegri drammaturgia e regia Giorgio Gallione “Vedo l’utopia. Sta all Teatro dell’Archivolto / Teatro Stabile di Genova Berlinguer I pensieri lunghi con Eugenio Allegri drammaturgia e regia Giorgio Gallione “Vedo l’utopia. Sta all Rating:

BERLINGUER – TEATRO VERDI – SASSARI – 4-5 APRILEBERLINGUER – VERDI THEATRE – SASSARI – AVRIL 4 TO 5

BERLINGUER

Teatro dell’Archivolto / Teatro Stabile di Genova

Berlinguer

I pensieri lunghi

con Eugenio Allegri

drammaturgia e regia Giorgio Gallione

“Vedo l’utopia. Sta all’orizzonte. Io mi avvicino due passi, lei si allontana due passi. Cammino dieci passi verso l’orizzonte, e l’orizzonte si allontana dieci passi più in là. Per molto che io cammini, mai la raggiungerò. A che serve allora l’Utopia?” “A questo serve: a camminare”.

I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela.

Idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, talvolta anche loschi, senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, senza perseguire il bene comune. Sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con “boss” e “sotto-boss”. Penso che la degenerazione dei partiti sia il punto essenziale della crisi italiana.

Enrico Berlinguer

LA QUESTIONE MORALE («La Repubblica», 28 luglio 1981)

Lo spettacolo

Uomo di temperamento straordinariamente riservato, Berlinguer divenne suo malgrado un personaggio da prima pagina. Berlinguer, nel suo essere politico, aveva qualcosa di antico: la sobrietà, la correttezza, l’orrore per le indiscrezioni e il chiacchiericcio. Ma nonostante questo, paradossalmente, fu lui ad inventare, con la sua leadership qualcosa di assolutamente moderno, perché capì, prima di altri e quasi d’istinto, l’importanza della comunicazione personale, il valore decisivo del rapporto diretto con il pubblico, cui si rivolgeva direttamente soprattutto quando doveva annunciare un cambiamento di rotta. La sua faccia “bucava il video” si disse. Dallo schermo televisivo si rivolgeva direttamente al suo partito, al suo popolo, con una capacità mai raggiunta da altri politici del suo tempo.

Con Berlinguer, uomo quanto mai schivo, la politica diventa dunque, per la prima volta, anche spettacolo, rappresentazione pubblica. Drammaticamente, persino la sua morte risulterà un rito collettivo e i suoi funerali saranno il primo evento televisivo che riuscirà a modificare un trend elettorale.

Probabilmente, contro una politica che sempre più appariva intrigo, vanità e mestiere, Enrico Berlinguer, il comunista che non volle imparare il russo, non amava il pugno chiuso e non voleva metter il colbacco, riuscì a incarnare, quasi per magia, l’idea nobilissima di una politica intesa come sacrificio, abnegazione, servizio. Le sue idee, i “pensieri lunghi” che hanno accompagnato la sua elaborazione anche etica (dalla questione morale all’austerità, dalla questione femminile alla solidarietà nazionale, dai temi della pace a quelli dell’uguaglianza sociale) sono ancora di pregnante, drammatica attualità e, rivisitati e portati oggi sulla scena, ci aiutano a capire meglio il nostro presente.

Enrico Berlinguer, segretario del Pci dal 1972 al 1984, era un uomo politico dotato di uno straordinario carisma, la qualità rara che promuove, negli adepti ma anche negli avversari, una naturale disponibilità alla fiducia e al rispetto.

Lo spettacolo, in forma di monologo, non vuol essere né biografico né celebrativo, ma lavora per raccontare uno spaccato di storia italiana con le sue contraddizioni e utopie, tragedie e speranze, cercando di disegnare un’epoca dove fedi ed ideologie sembravano ancora possibili. “Berlinguer/ I pensieri lunghi” è un racconto teatrale che utilizzando anche le parole e le riflessioni dei grandi intellettuali del 900 (da Gramsci a Pasolini, da Saramago ad Allende) mette a fuoco ciò che abbiamo rimosso, perduto, trasformato, negato.

L’autore

Genovese, classe 1953 Giorgio Gallione (Genova, 17 agosto 1953) è un regista e drammaturgo italiano, nonché direttore artistico del Teatro dell’Archivolto di Genova.

Ha insegnato recitazione alla scuola del Teatro Stabile di Genova e ha collaborato, tra gli altri, con Otomar Krejca. Esordisce alla regia con “Il matrimonio da Brecht e Valentin” (1981), mentre con “Angeli e soli”, ispirato all’opera di Italo Calvino, ha vinto il Biglietto d’oro AGIS 1990.

Collabora con scrittori come Stefano Benni, Daniel Pennac, Francesco Tullio Altan, Michele Serra. Ha curato elaborazioni drammaturgiche e adattamenti da opere di Jorge Luis Borges, Charles Bukowski, Italo Calvino, Ian McEwan, José Saramago, Luis Sepulveda, Roddy Doyle, Etgar Keret; e ha diretto tra gli altri attori come Angela Finocchiaro, Claudio Bisio e Neri Marcorè, Fabio De Luigi, Giuseppe Cederna, Sabina Guzzanti, Alessandro Haber, Eugenio Allegri, Lella Costa, Milva, Lina Sastri, Elisabetta Pozzi, David Riondino, Marina Massironi, Ambra Angiolini, oltre ai Broncoviz (Maurizio Crozza, Carla Signoris, Ugo Dighero, Marcello Cesena e Mauro Pirovano) per molti anni compagnia stabile dell’Archivolto.

Firma la regia de “La Buona Novella” di Fabrizio De André (2000), “La Storia di Onehand Jack” di Stefano Benni coprodotto dall’Archivolto con la Biennale Teatro di Venezia (2001), “Corto Maltese” da Hugo Pratt, opera balletto con Gioele Dix e le musiche originali di Paolo Conte ( 2002). Nel 2003 ha diretto Claudio Bisio ne “I bambini sono di sinistra”, nel 2004 “Ognuno è libero” con Maurizio Crozza, nel 2005 “La lunga notte del dottor Galvan” di Daniel Pennac con Neri Marcoré, nel 2006 “Il bar sotto il mare” di Stefano Benni con Fabio De Luigi. Seguono “Seta” dal romanzo di Baricco, con Claudio Bisio, un viaggio nel mondo di Giorgio Gaber – da “Il dio bambino” con Eugenio Allegri e “Un certo signor G” con Neri Marcoré, conclusa con l’inedito “Io quella volta lì avevo 25 anni”, con Claudio Bisio e Carlo Boccadoro. E ancora “Spoon River” e “Italiani, italieni, italioti” su testi di Michele Serra, con la Banda Osiris e Ugo Dighero; e “La misteriosa scomparsa di W” di Stefano Benni, protagonista Ambra Angiolini.

Firma varie regie per lo Stabile di Genova, i Filodrammatici di Milano e il Teatro Due di Parma; ha curato lo spettacolo/concerto “Guarda che Luna!”, omaggio a Fred Buscaglione con Banda Osiris, Gianmaria Testa, Enrico Rava e Stefano Bollani; “Reperto Raiot” e “Vilipendio” di Sabina Guzzanti e per Lella Costa “Alice. Una meraviglia di paese”, “Amleto” e “Ragazze”.

Numerose e interessanti anche le sue regie per il teatro lirico, con una spiccata attenzionealle opere del Novecento, da Bernstein a Rota, da Weill a Glass, senza dimenticare i “classici” Rossini e Handel, Verdi e Puccini, Bizet, accanto a un “Dylan Dog” di Marco Tutino per l’Arena di Verona.BERLINGUER

Dell’Archivolto Theatre / Teatro Stabile of Genoa

Berlinguer

I thought long

with Eugenio Allegri

written and directed by Giorgio Gallione

“I see a utopia. Is on the horizon. I approach two steps, she turns away two steps. I walk ten steps toward the horizon, and the horizon runs ten steps further. For that much I walk, never catch up. What is then the Utopia? “” This is the purpose: to walk. “

The parties today are mainly power machines and clientele.

Ideas, ideals, programs, few or vague feelings and passion civil zero. Run interests, sometimes sinister, with no relation to the emerging needs and human needs, without pursuing the common good. I’m pretty federations currents, cliques, each with a “boss” and “sub-boss”. I think that the degeneration of parties is the essential point of the Italian crisis.

Enrico Berlinguer

THE MORAL ISSUE (“The Republic,” July 28, 1981)

The show

Man of extraordinarily reserved temperament, despite his Berlinguer became a character from the first page. Berlinguer, in her political, had something old: sobriety, honesty, the horror of the rumors and gossip. But despite this, paradoxically, it was he who invented, with its leadership something very modern, because he understood before others and almost by instinct, the importance of personal communication, the decisive value of the direct relationship with the public, which were directed especially when he had to announce a change of course. His face “pierced the video” he said. From the TV screen turned directly to his party, his people, with a capacity ever achieved by other politicians of his time.

With Berlinguer, extremely shy man, politics becomes, therefore, for the first time, show, public representation. Dramatically, even his death will be a collective ritual and his funeral will be the first televised event that will be able to change an electoral trend.

Probably, against a policy that increasingly appeared intrigue, vanity and trade, Enrico Berlinguer, the Communist who did not want to learn Russian, not like a clenched fist and did not want to put a bearskin, he managed to embody, as if by magic, the idea politics as a noble sacrifice, dedication and service. His ideas, the “long thoughts” that have accompanied its development also ethical (moral austerity of the question, the question of women in the national solidarity, the themes of peace to those of social equality) are still meaningful, dramatic current and, revised and brought on the scene today, help us to better understand our present.

Enrico Berlinguer, secretary of the Communist Party from 1972 to 1984, he was a politician with an extraordinary charisma, rare quality that promotes the followers but also in one’s adversaries, a natural willingness to trust and respect.

The show, in the form of a monologue, not meant to be neither biographical nor celebratory, but works to tell a slice of Italian history with its contradictions and utopias, tragedies and hopes, trying to draw an era where faiths and ideologies still seemed possible. “Berlinguer / I thought long” is a theatrical narrative that using the words and thoughts of the great intellectuals of 900 (from Gramsci to Pasolini, Saramago Allende) focuses on what we removed, lost, processed, denied.

The author

Genovese, born in 1953 Giorgio Gallione (Genoa, August 17, 1953) is an Italian director and playwright, and artistic director of the Theatre dell’Archivolto of Genoa.

He has taught acting at the school of the Teatro Stabile of Genoa and has worked with, among others, with Otomar Krejca. He made his debut as a director with “The wedding Brecht and Valentin” (1981), while “Angels and alone,” inspired by the work of Italo Calvino, won the Golden Ticket AGIS 1990.

Collaborate with writers such as Stefano Benni, Daniel Pennac, Francesco Tullio Altan, Michele Serra. He has curated processing and dramatic adaptations of works by Jorge Luis Borges, Charles Bukowski, Italo Calvino, Ian McEwan, José Saramago, Luis Sepulveda, Roddy Doyle, Etgar Keret, and has directed among others actors like Angela Finocchiaro, Claudio Bisio and Blacks Marcorè , Fabio De Luigi, Giuseppe Cederna, Sabina Guzzanti, Alessandro Haber, Eugenio Allegri, Lella Costa, Milva, Lina Sastri, Elisabetta Pozzi, David Riondino, Marina Massironi, Ambra Angiolini, in addition to Broncoviz (Maurizio Crozza, Carla Signoris, Ugo Dighero, Marcello Cesena and Mauro Pirovano) for many years dell’Archivolto stable company.

Sign the director of “The Good News” by Fabrizio De André (2000), “The History of onehand Jack” by Stefano Benni dall’Archivolto co-produced with Theatre Biennale di Venezia (2001), “Corto Maltese” by Hugo Pratt, work ballet with Joel Dix and original music by Elvis (2002). In 2003 he directed Claudio Bisio in “The children are left” in 2004 “Everyone is free” with Maurizio Crozza, in 2005, “The Long Night of Dr. Galvan” by Daniel Pennac Marcoré with Blacks, in 2006, “The bar under the sea ​​”by Stefano Benni with Fabio De Luigi. Follow the “Silk Road” from the novel by Baricco, with Claudio Bisio, a journey into the world of Giorgio Gaber – from “The god child” with Eugenio Allegri and “A Mr. G” Blacks Marcoré completed by the new “this time I I was there 25 years, “with Claudio Bisio and Carlo Boccadoro. And again, “Spoon River” and “Italians, Italieni, italioti” on texts by Michael Serra, with the Banda Osiris and Ugo Dighero, and “The mysterious disappearance of W” by Stefano Benni, starring Ambra Angiolini.

Signature for the various royal Stabile of Genoa, the Filodrammatici of Milan and the Teatro Two of Parma; oversaw the show / concert “Look at that moon!”, A tribute to Fred Hammond with Banda Osiris, Gianmaria Testa, Enrico Rava and Stefano Bollani; “Exhibit Raiot” and “Insult” by Sabina Guzzanti and Lella Costa “Alice. A marvel of the country, “” Hamlet “and” Girls “.

Many interesting also for its royal opera house, with a strong attenzionealle works of the twentieth century, as Bernstein, Rota, Weill a Glass, not to mention the “classic” Handel and Rossini, Verdi and Puccini, Bizet, next to a ” Dylan Dog “by Marco Tutino the Arena di Verona.

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