MISERIA E NOBILTA’ – TEATRO MASSIMO – CAGLIARI – 15-19 MARZO 2017 Reviewed by admin on . CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna CAGLIARI / La Grande Prosa al Teatro Massimo - stagione 2016-17 MISERIA & NOBILTA' - dal test CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna CAGLIARI / La Grande Prosa al Teatro Massimo - stagione 2016-17 MISERIA & NOBILTA' - dal test Rating: 0

MISERIA E NOBILTA’ – TEATRO MASSIMO – CAGLIARI – 15-19 MARZO 2017

MISERIACeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna
CAGLIARI / La Grande Prosa al Teatro Massimo – stagione 2016-17

MISERIA & NOBILTA’ – dal testo di Eduardo Scarpetta
scritto da Michele Sinisi con Francesco M. Asselta

CAGLARI / Teatro Massimo
15 > 19 marzo 2017

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Elsinor Centro di Produzione Teatrale
MISERIA & NOBILTA’
dal testo di Eduardo Scarpetta

scritto da Michele Sinisi con Francesco M. Asselta

con (in ordine alfabetico)
Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianni D’Addario, Gianluca delle Fontane,
Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Ciro Masella, Stefania Medri, Giuditta Mingucci,
Donato Paternoster, Michele Sinisi

scene Federico Biancalani
costumi Gianluca delle Fontane
aiuto costumista Arman Avetikyan
aiuto regia Domenico Ingenito, Roberta Rosignoli

regia Michele Sinisi

Miseria e Nobiltà è prima di tutto un testo farsesco scritto da Eduardo Scarpetta sul finire dell’800. Ma in realtà nel tempo e nel suo stratificato percorso storico, con le facce e le maschere dei grandi interpreti del passato, è diventato molto di più fino ad approdare al territorio della memoria istintiva e ancestrale ; senza perdere il senso originario e mantenendo intatta la sua radice teatrale, la rappresentazione della vita segue le forme del tempo presente con tutte le dinamiche che la società ingloba e restituisce ogni giorno.
La storia di un povero squattrinato, Felice Sciosciammocca, che costretto a vivere di espedienti per rimediare a fatica un tozzo di pane, dà vita a una fitta tessitura di trovate dialogiche e di situazioni che rappresentano la summa dell’arte attoriale italiana e di quanto di meglio la storia del teatro (in particolare quella napoletana) abbia prodotto nel tenere il pubblico inchiodato alla sedia. Questo testo rappresenta la festa del teatro, quanto di più “Felice†un pubblico possa incontrare. Dalle platee Miseria & Nobiltà è poi migrato nel cinema, grazie al film di Mattoli, e nella tv creando veri e propri simboli e immagini vivide nelle memoria collettiva. Totò (lo Sciosciammocca più celebre) che mette in tasca gli spaghetti è divenuto una sorta di tatuaggio, materia di imitazione in gruppi di persone davanti al bar nella vita di tutti giorni.
Miseria & Nobiltà è un Mito, è un collante sociale la cui storia oggi è evocata da alcuni passaggi che tutti in Italia ricordano e sarebbero in grado di citare. “Vingenz m’è padre a meâ€, “lettera a lu compare nepoteâ€, il momento degli spaghetti, Totò che fa il principe in casa di Semmolone, sono le battute di un ritornello che la platea teatrale ripeterebbe all’unisono con la scena, come succede ad un concerto di musica pop. Miseria & Nobiltà ritorna a quel testo del 1888 solo riscoprendosi rito nell’oggi con una straordinaria squadra di attori che s’impossessano della scena. Dice Sciosciammocca nell’ultimissima battuta della storia “Torno nella miseria, però non mi lamento: mi basta di sapere che il pubblico è contento.†Miseria & Nobiltà del mestiere del vivere recitando.

Note di regia
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C’è tutta una grande strada, molto bella con cui noi attori cerchiamo in prova e in replica di sistemarci addosso le parole e le azioni, e contemporaneamente ce n’è un’altra attraverso la quale le storie le raccontiamo riconducendole totalmente a noi stessi o anche generandole a partire proprio da noi. Ogni possibilità sottende comunque il fatto che la nostra umanità sia la vera protagonista della scena, che ci siano o no maschere, testi, le emozioni o le interpretazioni, in presenza o meno di struttura, il dramma anche nel suo rifiuto finisce per farsi sentire, in forme imprevedibili si spera. Beh, per fare tutto ciò resta il fatto che in scena bisogna starci ed è praticamente sicuro che il tutto bisognerà ripeterlo per qualche altra recita, mi auguro: bisogna recitare, da qui non si scappa, se sei a teatro. In alternativa la vita nella verità è più forte e schiaccia la presunzione.
La farsa Miseria e Nobiltà è uno degli spartiti teatrali più affascinanti che un attore possa incontrare. È un fatto già conosciuto. Il dramma di questo testo sta nel suo percorso storico con le facce, le maschere, dei grandi interpreti del passato. Alcuni passaggi del testo sono un collante sociale: Mito. Tutto questo per me è Miseria e Nobiltà. È un dramma che sta contemporaneamente dentro e fuori la scena, un po’ come stare dentro e fuori dal personaggio, o da se stessi: è miseria e nobiltà del mestiere del vivere recitando.
Michele Sinisi

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